Quando apri il vasetto e senti subito l’odore delle nocciole, sai che stai per concederti un piccolo rito quotidiano. Ma lo stesso gesto può nascondere una sorpresa: non sempre il vasetto più noto è quello con la migliore composizione. In supermercati e dispense italiane la scelta è ampia, e spesso si compra “di fiducia” senza leggere l’etichetta. Un dettaglio che molti sottovalutano è la reale percentuale di nocciole indicata in etichetta: può variare molto da un prodotto all’altro, e questo incide su gusto e valori nutrizionali. Lo raccontano i tecnici del settore quando analizzano le etichette, ma lo verifica anche chi prova i prodotti al tavolo della cucina.
Il test che smaschera i marchi
Negli ultimi mesi un’associazione di consumatori ha messo a confronto diverse creme spalmabili per valutare qualità e trasparenza. Altroconsumo ha preso campioni, li ha analizzati in laboratorio e li ha sottoposti a prove organolettiche: non solo assaggio, ma anche controlli su ingredienti, presenza di conservanti e corrispondenza tra etichetta e contenuto reale. Il metodo ha considerato pure il rapporto tra prezzo e qualità, perché la spesa di chi compra resta un fattore concreto nella scelta quotidiana. Un fenomeno che in molti notano solo d’inverno — quando le creme tendono a rassodarsi — ha reso evidente come alcune formulazioni contengano meno nocciole e più zucchero o oli vegetali.
La giuria di esperti ha assegnato punteggi e ha tracciato categorie: eccellenti, buone, medie e in fondo alla classifica. Un aspetto che sfugge a chi vive in città è la differenza in termini di valori nutrizionali: non è solo una questione di gusto, ma anche di come quella crema incide sulla dieta quotidiana. Un dettaglio che molti sottovalutano: leggere la tabella nutrizionale e la lista degli ingredienti può cambiare la scelta al supermercato.

La classifica e cosa cambia per il consumatore
Dai risultati emerge che tra i prodotti valutati non vincono soltanto i marchi più famosi. In cima alla graduatoria si è piazzata la Zaini Emilia con un punteggio di 62, seguita da prodotti di nicchia e biologici come alcune varianti di Rigoni di Asiago e la Novi, tutte intorno ai 60 punti. Al centro della classifica si posizionano creme note ma con composizioni meno convincenti: tra queste c’è la Nutella, valutata intorno ai 54 punti, insieme ad altre marche diffuse nella grande distribuzione.
Più in basso sono finite alcune opzioni economiche con percentuali di nocciole inferiori e presenza maggiore di additivi; il prodotto con il punteggio più basso era un marchio da discount. La prova pratica in laboratorio e l’assaggio hanno confermato dove si concentra la qualità: più nocciole genuine significano sapore più ricco e valori nutrizionali diversi. Un aspetto che sfugge ai consumatori è l’impatto del rapporto qualità/prezzo: non sempre il prodotto più caro è il migliore, così come non sempre l’economico è da scartare.
Per chi compra, la conseguenza è semplice e concreta: vale la pena guardare oltre il nome del marchio, confrontare le percentuali di nocciole e la lista degli ingredienti, e scegliere in base a ciò che conta per la propria alimentazione. In molte famiglie italiane questo cambiamento di attenzione sta già modificando gli acquisti, soprattutto per chi cerca prodotti con meno zuccheri o ingredienti più semplici.
